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Dieta e degenerazione maculare senile: la correlazione

Lo studio “Diet patterns and the incidente of age-related macular degeneration in the Atherosclerosis Risk in Communities”, realizzato da un gruppo di ricercatori dell’Università di Buffalo, ha evidenziato le correlazioni tra una dieta sbagliata e la possibilità di sviluppare AMD, la degenerazione maculare legata all’età.

La degenerazione maculare legata all’età è una condizione irreversibile che colpisce la visione centrale, impattando negativamente sulle attività del quotidiano, come la capacità di riconoscere i volti, la guida e la normale deambulazione. La AMD (dall’inglese age-related macular degeneration) rappresenta la causa più comune di ipovisione tra le persone over 65.

Nello stadio iniziale, questa patologia non presenta sintomi evidenti e le stesse persone colpite faticano ad accorgersene: è quindi fondamentale, specialmente dopo i 60 anni, effettuare check-up annuali della vista da un oftalmologo, che possa escludere l’insorgenza di questa o di altre patologie retiniche.

Diversi studi hanno già evidenziato alcuni fattori endemici -quali l’età, l’ereditarietà, la razza caucasica e il sesso femminile- e cattive abitudini -come il fumo, l’abuso di alcol e una dieta ricca di grassi- che, insieme a un’eccessiva e prolungata esposizione alla luce senza le adeguate protezioni per la vista, risultano tra le cause di questa patologia.

Le novità sottolineate dallo studio “Diet patterns and the incidente of age-related macular de generation in the Atherosclerosis Risk in Communities” riguardano il fatto che un consumo elevato di carni rosse ed elaborate, cibi fritti, cereali raffinati e latticini ricchi di grassi possa aumentare il rischio di insorgenza di patologie come la degenerazione maculare senile di stadio avanzato, fino a tre volte.

Per realizzare lo studio, il team guidato da Shruti Dighe, dell’Università di Buffalo, ha analizzato le condizioni di salute di circa 400 mila individui tra i 35 e gli 84 anni, appartenenti a un gruppo di ricerca sull’arteriosclerosi. Il team ha seguito il cluster per circa 18 anni, sottoponendo inizialmente ai partecipanti un questionario che riguardava le abitudini alimentari e dividendoli poi in due gruppi: il gruppo “Western”, che seguiva una dieta ricca di grassi, carne rossa e di origine industriale, cereali raffinati o fritti e il gruppo “Prudent”, ovvero coloro che avevano dichiarato di seguire una dieta sana, ricca di pesce, cereali integrali e carne magra.

“Quello che abbiamo osservato in questo studio è che le persone che non erano affette da AMD o dai primi stadi di AMD all’inizio dello studio e che hanno riportato di consumare frequentemente cibi poco sani, hanno sviluppato con più frequenza dell’altro cluster problemi di visione o AMD in stadio già avanzato, nei 18 anni successivi.” Spiega Amy Millen, PhD e professore associato di epidemiologia e salute ambientale all’Università di Buffalo.

“Il nostro lavoro certifica ulteriori evidenze dell’importanza di un’alimentazione sana.” Conclude Millen. “Dal punto di vista della salute pubblica, possiamo convincere le persone che una volta diagnosticata una degenerazione maculare senile al primo stadio, è nel loro interesse limitare l’apporto di carne industriale, fritti, cereali raffinati e latticini ricchi di grassi, per proteggere la propria salute visiva nel tempo.”

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