Uno studio basato sull’analisi della popolazione, a opera di un gruppo di ricercatori della University of Miami Miller School of Medicine, in Florida, ha rilevato, nei pazienti anziani, come la vista sana prevenga il declino cognitivo degli anziani.
Lo studio “Longitudianl Associations Between Visual Impairment and Cognitive Functioning” è stato pubblicato sulla rivista dell’American Medical Association, JAMA Ophthalmology, il 28 giugno 2018.
I ricercatori hanno analizzato i dati su salute di più di 2.500 adulti, di età compresa tra i 65 e gli 84 anni, che erano stati seguiti dai ricercatori nel periodo tra 1993 e il 2001. Lo studio longitudinale ha rilevato che il peggioramento della visione negli anziani ha un forte impatto negativo sul declino cognitivoma, al contrario, buone capacità cognitive in età avanzata non sembrano avere un impatto significativo sulla visione.
“Abbiamo rilevato che il tasso di peggioramento visivo era associato con quello di declino delle funzioni cognitive e che la visione ha un’influenza più forte sul livello cognitivo di quanto avvenga al contrario”, afferma il leader dello studio, la Diane Zheng, candidata per il Ph.D. al dipartimento per le Scienze della Salute Pubblica alla Miller School. “Lo studio è stato uno dei primi a evidenziare la visione come fattore dominante nella relazione tra le persone con deficit visivi e le funzioni cognitive”, conferma Zheng.
Dal momento che sia l’ipovisione che il declino cognitivo sono condizioni molto diffuse, la ricerca rileva la necessità dei trattamenti per i deficit visivi per prevenire anche demenza senile e altre patologie degenerative legate all’età.
“Il messaggio chiave è che dobbiamo prestare più attenzione nel prevenire o trattare la perdita della vista non solo come deficit in quanto tale ma anche nell’ottica di ridurre il declino cognitivo”, afferma David Lee,co-autore dello studio e professore di Scienze della Salute Pubblica nella Divisione di Epidemiologia e Scienze della Salute della Popolazione.
Il campione di popolazione studiato era di Salisbury, in Maryland. Per misurare l’acuità visiva, i ricercatori hanno utilizzato il diagramma Early Treatment Diabetic Retinopathy Study, mentre lo stato cognitivo è stato valutato tramite il Mini-Mental State Examination.
I ricercatori della Johns Hopkings University hanno collaborato collezionando i dati della popolazione in diversi periodi. “I dati raccolti dai nostri colleghi di Salisbury offrono un assaggio di quello che sta succedendo tra le popolazioni anziane”, afferma Lee. Allo studio ha partecipato anche Byron L. Lam, oculista del Bascom Palmer Eye Institute della Miller School.
A validare ancora maggiormente i risultati della ricerca, i ricercatori hanno notato che il numero di cittadini americani con più di 65 anni – per cui il peggioramento della visione e il declino cognitivo rappresentano condizioni comuni – è destinato a raddoppiare nei prossimi 40 anni. Mantenere attivo il sistema cognitivo degli anziani è indispensabile perché possano svolgere le loro attività quotidiane, e capire che la visione gioca un ruolo fondamentale nei cambiamenti cognitivi potrebbe portare a soluzioni per rallentare l’avanzamento della demenza senile e ridurre il decadimento fisico dovuto all’invecchiamento.